Anamorfico o non Anamorfico…that’s the question…

Forse non tutti sanno che per lavorare con obiettivi anamorfici in fase di ripresa serve uno specifico aspect ratio.
Guarda caso, l’ARRI ha presentato al NAB del 2012 l’ALEXA Plus 4:3. Questa macchina monta un sensore capace di lavorare con un photo sites sia Super 35 mm sia 16/9.
Impostando il photo sites a 4:3 gli elementi di immagine sono 2880 x 2160 lavorando in ARRIRAW. Queso produce un aspect ratio di 1,33 : 1, il formato necessario per lavorare con lenti anamorfiche.
L’immagine realizzata su questo formato ha una anamorfosi verticale che produce una compressione degli spazi inquadrati pari al doppio di un obiettivo sferico di pari lunghezza focale. Questa imagine poi, in fase di proiezione, viene de-compressa proiettando il film con un obiettivo anamorfico che, ruotato di 90°, svolge il lavoro opposto a quello svolto dall’obiettivo anamorfico in ripresa, e cioè de-comprime l’immagine in orizzontale producendo sullo schermo un aspect ratio di 2,35 : 1. Il formato panoramico per eccellenza e cioè il Cinemascope.

Come tutti le/gli lenti/obiettivi anche le lenti anamorfiche hanno i loro pregi e i loro difetti. Ma, oppurtunamente sfruttati, questi stessi difetti possono diventare strumenti artistici. Gli horizontal oval flares, per esempio, possono aggiungere all’immagine un ulteriore elemento espressivo. Le line blu orizzonatali in corrispondenza di una sorgente luminosa inquadrata possono essere usati sempre come elemento espressivo. La distorsione geometrica dell’immagine, poi, può stilizzare, nel senso che può aggiungere stile. Ma la principale caratteristica degli anamorfici è tipica espressione cinematografica; l’assenza della profondità di campo che rende i piani di messa a fuoco nettamente separati. Le sfocature, così, in background e in foreground risultano molto più suggestive e gradevoli, in quanto ad esse si aggiunge il contemporaneo effetto dei punti luminosi sfocati che risulteranno ovali.

Ma se non si ha la sicurezza di controllare in fase di ripresa questi ‘difetti’ possiamo comunque decidere di avere come prodotto finale un’immagine ‘cinemascope’, sempre cioè  con un rapporto d’aspetto 2,35 : 1. Bisogna percorrere, però, un’altra strada. Girare con obiettivi sferici – i normali obiettivi, per intenderci – traguardando un frame leader a 2,35 : 1, pur impressionando un frame di diverso rapporto. Poi, il processo di stampa delle copie in pellicola, viene fatto con un obiettivo anamorfico che trasforma l’immagine sferica in un’immagine anamorfizzata, e cioè compressa.
Il positivo, poi, sarà proiettato con un obiettivo anamorfico ruotato di 90° rispetto alla posizione assunta in fase di stampa per avere di nuovo così un full frame proiettato sullo schermo con un rapporto di 2,35 : 1. Così, però, si perdono tanti di quei pregi barra difetti della ripresa anamorfica e si esaltano i difetti della proiezione. Uno su tutti: il punto immagine perde nitidezza…ma questo può essere un vantaggio…