Shot cafè: Roberto Cimatti e il dop che verrà…

Tornano gli appuntamenti con Shot Cafè, serate a tema-cinema per incontrare autori e professionisti della settima arte. Il 27 novembre scorso, presso la Libreria del Cinema a Roma, abbiamo avuto il piacere di ospitare Roberto Cimatti, autore della fotografia, per parlare di uno dei suoi ultimi lavori, L’uomo che verrà: il film di Giorgio Diritti (con cui lo stesso Cimatti aveva già lavorato per Il vento fa il suo giro) racconta la storia dell’eccidio di Monte Sole, ed è stato girato in digitale con una Panasonic AJ-HPX3000. Questa scelta è il frutto di una lunga serie di prove di macchina molto approfondite, che Roberto ha raccontato alla platea nel corso del suo appassionato intervento.

Il film è ambientato negli anni ‘40, e per una precisa scelta di fotografia si è deciso di utilizzare il più possibile la luce naturale, e di ricreare per gli interni un’illuminazione il più possibile fedele all’illuminazione degli ambienti di quegli anni: una macchina molto sensibile alle basse luci, dunque, era una necessità imprescindibile.
Cimatti ha illustrato i test effettuati – molti dei quali si sperimentano anche ai corsi di Shot – ed ha spiegato che la Panasonic ha dimostrato un miglior comportamento complessivo anche alle basse luci, rispetto ad esempio alla Red One che (al momento dei provini) aveva una sensibilità reale nei fatti quantificabile intorno ai 160 ASA. La Panasonic, invece, offriva più controllo alle basse luci e vista la natura del film era dunque più adatta.

Una parte del film si svolge in una casa, attorno al focolare illuminato da una lampada ad olio al centro del tavolo, in un’atmosfera ispirata al quadro “I mangiatori di patate” di Van Gogh. Nel caso di questa scena, un interno notte, la tonalità generale del quadro è sul verde: mettendo lampade blu e verdi all’esterno della stanza, Roberto ha così cercato di restituire la particolare dominanza cromatica del dipinto di Van Gogh.

Del resto, Roberto aveva già confessato a Shot la sua passione per la pittura, nell’intervista che abbiamo pubblicato sul nostro sito: “Quando ero piccolo, mio padre mi portava spesso alle mostre e alle gallerie d’arte, quindi ho sempre avuto questo interesse per i dipinti. Prima di iniziare le riprese de “L’uomo che verrà” ho fatto una ricerca sugli artisti che dipingevano paesaggi agresti ed ho trovato diversi spunti”. Un altro strumento impiegato durante la lavorazione del film sono state le gelatine Chocolate con effetto beige, per dare un tocco particolare alle immagini, con un’ottima corrispondenza narrativa.

Direttamente dal racconto di Roberto Cimatti – e di tutti gli altri ospiti delle varie edizioni di Shot Café – è possibile osservare la tecnica farsi racconto, ed entrare così nei segreti del cinema dietro le quinte.